Quando si fanno certi racconti come quello che sto facendo effettivamente io, se non ci sono determinate condizioni, a livello mentale e psicologico, diventa difficile andare avanti nella stessa stesura delle varie puntate, ho avuto un passaggio a vuoto, abbastanza importante, causato da una serie di circostanze sulle quali non voglio star sopra più di tanto, non è un voler accantonare le questioni, in questi specifici casi, certe vicende sono irrisolvibili, perché sono fuori della mia competenza e della mia capacità operativa, per cui, ritornando a questo racconto, ho saltato alcuni passaggi, che avrebbero condito ulteriormente la forza e la potenza di alcuni aspetti del tutto, ma andiamo ai fatti...
Ritorno al momento successivo al 1° intervento, dopo essere stato dal mio medico di famiglia, il quale, nemmeno troppo tra le righe, mi disse di usare il più possibile il mio personale strumento di piacere, all'epoca ero messo, a livello sentimentale, in una condizione molto particolare, avevo fatto delle immani cazzate, nella mia testa poteva esistere un'amica intima (certo, intima al punto tale da farci l'amore ogni volta che era possibile), per cui feci la grandissima stronzata di non gestire quel determinato rapporto, travolto da tutta una serie di sensazioni, emozioni, piaceri, che mi investirono prepotentemente, causando una tale destabilizzazione che culminò nella mia ammissione, a quella che allora era la mia compagna ufficiale (che diventò successivamente ex-moglie), di questa condizione in cui mi ero andato a ficcare, nella mia testa poteva anche starci, moglie e amica insieme, probabilmente in tante situazioni, in tanti menages familiari sono cose che accadono, io mi trovai di fronte a due donne che entrarono in competizione tra loro, pur non frequentandosi assolutamente, ma esistevano entrambi per me, e utilizzarono tutte le loro carte, in quel periodo prolungato di un paio di anni circa, per tirare l'acqua al loro mulino...
Fatta questa iniziale introduzione, soprattutto la mia ex-moglie parlò un casino con le sue colleghe di lavoro, che le consigliarono apertamente che lei mi doveva tenere munto, sempre sotto pressione, a livello sessuale, in questa ottica io dovevo, in un certo senso, gestire i miei colpi, avevo un'età, una forma fisica, in cui avevo scarsissimi problemi a fornire prestazioni multiple nell'arco di una singola giornata, certo, non chissà quanti rapporti sessuali, ma 2, anche 3 colpi mi riuscivano senza problemi particolari, oltretutto dovevo pure far lavorare di brutto il mio uccello, perché più lo allenavo, più la cicatrice si poteva appiattire, erano solo teorie, che si rilevarono, con il senno di poi, azzeccatissime, lo sentivo, e lo vedevo...
La parola no, in quel periodo, non stava bene sulla bocca di nessuno, ciascuno dei tre elementi di quello strano triangolo, se diceva o faceva capire che aveva voglia, era automatico che la controparte-destinataria della richiesta doveva dire istantaneamente sì, qualsiasi rifiuto era visto con estremo sospetto, una quasi ammissione che c'era un qualcosa che non andava, per cui dovevo stare attento a come mi muovevo, in quanto, come tutti noi sappiamo, la differenza fondamentale tra un uomo e una donna, sotto il profilo del raggiungimento dell'orgasmo, è la manifestazione dello stesso, la donna può, se brava e se sussistono i motivi, fingere l'orgasmo, l'uomo no, il culmine del piacere è sempre visibile e concreto, noi la dobbiamo buttare fuori...
Dopo questa premessa abbastanza lunga e articolata, necessaria per comprendere meglio quello che successe quella determinata giornata di fine estate, andiamo a quei fatti, così strani e per certi versi allucinanti da sembrare più inerenti a una storia di fantasia, invece fu tutto realmente vero, al 100%, tutto quello che rammento, senza filtri, senza aggiunte e condimenti vari, che vi
trasmetterò, è solo cronaca reale...
La giornata era iniziata con il solito lavoro, solito tran-tran, tra un cliente e un altro, quando scattava la passione, la voglia, ci si prendeva quell'attimo, quel momento, lungo non si sa quanto, in cui ci si incantonava in un angolo, in una posizione qualsiasi, per accorciare i tempi, gonna, più o meno lunga, bermuda dall'altra parte, qualche pezzo di asciugatutto in una tasca, su la gonna, di lato le mutandine, dentro l'uccello in pochissimi secondi, baci, carezze, roventi pompate, e, se tutto andava liscio, l'orgasmo, fuori la carta assorbente, come era possibile un bidet per sistemare il tutto, e togliere le tracce di quello che si era combinato, 1° colpo in mattinata, nella pausa pranzo un gradevole e gradito finto prolungamento dell'attività lavorativa con le porte chiuse, ed era andato il 2° colpo, cena consumata fuori casa, una piadina e poi via, per circostanze assolutamente fortuite una splendida sveltina in auto, rientro a casa, verso le 23, la titolare ufficiale della cattedra era impegnata al lavoro fino all'una di notte, un attimo per smontare di turno, il tragitto, all'una e mezza di notte circa ero tranquillo, pace dei sensi, in quanto ero da tempo nel mondo dei sogni e si girava la pagina per la giornata successiva...
Con questi pensieri mi addormentai quella notte, ho sempre sofferto il caldo, anche se in quel periodo, essendo in ottima forma fisica, andava meglio, perché con una percentuale di grasso ridotta si sopporta meglio tutto quanto, avevo l'abitudine di dormire completamente nudo in estate, spesso a pancia sotto, avendo poi inizialmente il letto matrimoniale completamente a mia disposizione, probabilmente ero pure con la gamba destra alzata, era la mia posizione solita...
La partenza del tutto è confusa, ricordo solamente che mi investirono una serie di sensazioni miste, finché compresi di avere un qualcosa nel culo, che andava vagamente avanti e indietro, e l'uccello in un posto umido, snebbiai immediatamente, e compresi tutti i misteri...
La titolare del rapporto ufficiale di allora mi aveva infilato una o due dita in culo, e contemporaneamente si era gettata con la bocca sul mio uccello, provocandomi un'erezione fulminea, la sensazione di relativo fastidio, procurata dalle dita, era mixata con il piacere della bocca, che aveva su e giù ripetutamente, ero decisamente sotto attacco sessuale...
"Che cazzo fai a quest'ora, come cazzo sei messa?", fu la prima cosa che mi passò per la testa, anche se non mi dispiaceva più di tanto, quel fatto insolito era estremamente arrapante, e dovevo, sotto certi punti di vista, salvare e coprire le cazzate che avevo fatto qualche mese prima, per cui presi la sua testa e la spinsi, con decisione, verso la base dell'asta, per far capire che, in ogni caso, stavo gradendo l'attenzione...
"Come che cazzo faccio??", disse continuando a segare l'attrezzo con la mano, "voglio scopare mio marito, anzi, voglio altro ancora...", e ruotò un po' verso me, ero distratto da quello che mi stava succedendo, ma quel movimento spostò la mia attenzione su come si era conciata...
Nulla di particolare, ma con quasi 30 gradi di notte, mettersi calze e reggicalze non era proprio una cosa automatica, oltretutto era proprio a pancia sotto, con il culetto tremendamente esposto...
L'istinto ebbe il sopravvento, la reazione era scontata, se non fosse stato così, sarebbe stato un casino, ma il desiderio istantaneo ebbe, inizialmente, il sopravvento su tutto...
"Ebbe ti sistemo per le feste, ti insegno io a ficcare le dita in culo..."
"Sai che paura...", disse portando entrambi le mani sulle natiche, allargando quello che ormai era l'obiettivo di entrambi...
Le cose, negli ultimi tempi, erano notevolmente cambiate, da eccezione alla regola, i viaggi nella porticina di servizio si erano decisamente intensificati, nelle due focose donne con cui avevo rapporti, sapevano che impazzivo per quella tipologia di rapporto, per cui sistematicamente me lo proponevano, quando c'erano i presupposti, non me lo sarei mai aspettato in quel momento, in quella notte, ma come potevo rifiutare? Impossibile...
Mi raddrizzai, posizionandomi dietro lei, un po' di saliva, qualche velocissimo preliminare, poi dentro, fino alle palle, e via, avanti e indietro, afferrando saldamente i suoi glutei e pompando profondissime bordate, tutto bene, tutto ok, tutto normale, un ritmo infernale stavo imprimendo a quel rapporto...
"Dai, fammi vedere cosa sai fare, montami, aprimi, sfondami, sei ancora capace?"
Provocava, lo faceva spesso, lo aveva sempre fatto, anche da prima di quell'altro imprevisto arrivo, era una specie di gioco che ogni tanto faceva...
"Te lo apro, te lo mando a fuoco, il buco del culo, dopo ti toccherà rimediare un estinsore, per spegnere le fiamme..."
Tutto stava procedendo a meraviglia, già da un po' stava continuando quell'azione potente nel suo pertugio, mi alternavo con lei nella stimolazione anteriore, quando una prima domanda, strisciante, che mi spalancò gli occhi, facendomi fare mente locale...
"Come mai ci metti così tanto? Perché non mi spruzzi dentro un bel pieno di sborra??"
Fu come accendere l'interruttore della luce nel mio cervello, in effetti avrei già dovuto raggiungere l'orgasmo, ma ricordai quello che era successo in giornata, ero in riserva, avevo, per dirla diretta, le palle scariche, certo, avrei toccato l'apice del piacere, prima o poi, ma la stimolazione che dava l'orifizio posteriore era nettamente superiore a quella del fratello tradizionale, per cui lei mi stava, in un certo senso, facendo il conto della serva...
Giustificazioni, scusanti, plausibili, le prime cose da mettere in campo...
"Boh, il caldo, la stanchezza di una giornata lavorativa, non lo so, ma tranquilla, sto godendo di brutto, e tra poco ti faccio un bel clistere nel culetto..."
Prendevo tempo, ma lei stava diventando incalzante...
"Lo so io perché non sei ancora venuto, oggi hai scopato, brutto porco, hai le palle vuote, ecco perché non vieni, il cazzo reagisce perché stai bene, ma le palle no, non me la vendi..."
Minchia, aveva centrato il problema, adesso come ne uscivo?
Provai l'attacco, necessario per crearmi la via di fuga...
"Quanto rompi i coglioni, proprio, dai, rilassati, mi concentro un attimo e vedrai che soddisferò la tua richiesta, porta pazienza, la resistenza al raggiungimento dell'orgasmo sarà pure un pregio, senti com'è bello duro...", dissi mentre glielo piazzai completamente dentro, rimanendo volutamente fermo per qualche istante...
"Il cazzo duro ce l'hai, ma non basta..."
Era tosta, le dissi un'altra volta di stare un po' in silenzio, mi concentrai, al massimo, sul piacere che mi procurava quella penetrazione, mi gustai il più possibile tutto il massaggio, tutta la pressione che quello stretto orifizio mi stava procurando, quando laggiù, in fondo in fondo, incominciai a sentire un formicolio strano, una stimolazione ulteriore, era la partenza, l'inizio del godimento finale, ma non era ancora così facile, così immediata la cosa, dovevo rimanere attento, a non perdere nessuna sensazione gradevole, seguendo l'istinto, la capacità innata della ricerca del piacere assoluto, cambiai il ritmo di pompaggio, estrazione quasi completa e lento reinserimento con permanenza per qualche istante a fine corsa, eccolo, era arrivato, era partito il tutto, riaccelerando progressivamente, finalmente l'orgasmo ebbe il sopravvento, con la massima forza e rabbia che avevo in corpo, la strinsi e la allontanai ripetutamente negli ultimi attimi, l'esplosione liberatoria del godimento nella mia testa era il giusto trofeo che stavo agognando...
"Sei felice, contenta, che ti ho sborrato in culo??"
"Sì, certo, era quello che volevo, adesso andiamo in bagno, vieni con me..."
Non mi piaceva quel tono di voce, ma non potevo di certo fare opposizione, mi aveva concesso quella prolungatissima permanenza nel suo pertugio più prezioso, con tanto di orgasmo finale, per cui dovevo stare al gioco, anche se non sapevo quale fosse...
Ero la sua ombra, teneva una mano dietro, tutto molto strano, finché una volta chiusa la porta del bagno, stava assumendo una posizione anomala, ma cercavo di farmi i fatti miei, meno corda le davo, meglio era per me, mentre mi stavo lavando, mi venne talmente vicino che non potevo evitare di dire qualcosa...
"Ma che cazzo stai facendo??"
"Sto controllando, sto controllando quanto me ne hai messo dentro, non è uscito quasi nulla, lo sapevo, sei scarico, hai le palle a terra, porco che non sei altro..."
Anche il controllo quantitativo, quella nottata non passava più...
"Ma che cazzo dici, sarà andato talmente in su, che ti uscirà domani mattina, oppure l'avrai assorbita, smetti di dire cazzate..."
"Ti ripeto, non me la vendi giusta, non sono cretina, le altre volte anche mentre mi lavavo mi accorgevo del tuo passaggio, adesso ho fatto fatica a vedere qualcosa, e non sto facendo altro..."
Attacco frontale, uscirne era dura veramente...
"Non so che cazzo dirti, pensa quello che vuoi, ma ti stai sbagliando..."
"Facciamo così, dai, vieni qui, l'hai già lavato, ti faccio un pompino e ti faccio venire, e vediamo quanta ne butti fuori, la controlliamo insieme, dai, un bel pompino si accetta sempre, magari la butto pure giù, dopo, a voi, uomini porcelli, vi manda fuori di testa quando lo facciamo..."
Altro colpo basso, altro colpo centrato, ormai non avevo scampo, solo una difesa brutale...
"Mi hai rotto il cazzo, sono stanco, stavo dormendo, ho gradito il tuo meraviglioso regalo, ti ho inculato per un tempo incredibile, sono venuto, sei venuta, che cazzo cerchi ancora? Non ho voglia adesso, pensa quel cazzo che ti pare, non mi interessa un cazzo, vado a dormire, e non ti azzardare a scassarmi le palle, perché ti arrivo..."
Mi ero imposto, con la forza, con la cattiveria, era l'unico modo, ma quella sera stessa giurai a me stesso di prestare ancora più attenzione a quello che facevo durante la giornata, era troppo sospettosa, per il tempo residuo che la nostra storia continuò, dovetti girare sempre con le spalle coperte, e la notte, per tenere un pelo le distanze, iniziai a mettere gli slip, anche se questa soluzione non fu ben vista, ma cambiava poco, quando decideva, era un attimo farle saltare via...
P.S.: ho deciso di fare un unico post, composto di oltre 2,000 parole, di questa situazione, che era attinente al momento post-operatorio, ieri non era il caso, non ce l'avrei fatta a tirare fuori questo racconto in questa maniera, mi auguro che sia almeno leggibile per voi, fu un momento, una notte, fottutamente insolita, pazzesca sotto diversi punti di vista, che volevo trasmettere, alla fine ho accelerato nel racconto, ma il prolungato momento in bagno fu davvero rischioso e problematico, mi aveva messo con le spalle al muro, cercando ripetutamente l'approccio, voleva a tutti i costi la conferma definitiva ai suoi sospetti...
Fine di questa puntata
Continua con la ripresa del racconto principale...